23 Set Ernesto Gutiérrez ci racconta la sua esperienza con i Lyric Loudspeakers Riverside 8
La grande novità è arrivata quando Lyric ha intrapreso la coraggiosa impresa di realizzare le proprie casse utilizzando i driver a banda larga Lii Song Audio. Interpretando bene i gusti e le esigenze del mercato europeo, l’azienda ha concepito un’ampia gamma che includeva monitor con altoparlanti da 6 e 8 pollici. Questa era proprio l’opportunità che stavo cercando.
Non ho esitato oltre e due giorni dopo sono arrivati a casa due grossi pacchi. Si trattava dei diffusori Lyric Loudspeakers Riverside 8. I monitor sono arrivati ottimamente protetti in una scatola doppia. Avevano una perfetta finitura bicolore, con il corpo in legno oliato e il frontale in nero opaco, che contrastava con il colore avorio dei diffusori Fast 8, conferendo all’insieme un aspetto elegante.
Sul retro una serie di connettori insieme al marchio, al modello e all’informazione di una sensibilità di 93 dB a 8 Ohm, più che sufficiente. All’interno non c’è un filtro divisore di frequenza, ma una struttura a labirinto e un piccolo dispositivo elettronico progettato dallo stesso Nelson Pass che agisce regolando la risposta in frequenza.
Finalmente un compagno di ballo che soddisfa le esigenze del piccolo Leben. La larghezza di banda dichiarata va da 40 a 18.000 Hz. Anche se non ho notato alcun taglio sugli alti, ho preferito mantenere questa configurazione purista piuttosto che aggiungere un subwoofer.
Il tempo di rodaggio è stato di 200 ore. All’inizio, la gamma delle alte frequenze era un po’ enfatizzata, ma questa sensazione è gradualmente scomparsa. Bisogna quindi avere pazienza, come spesso accade con i diffusori.
Il suono è estremamente naturale e coinvolgente. Questi diffusori hanno una straordinaria capacità di catturare l’attenzione e di trascinarci nella musica. La voce è eccezionale, ma anche il pianoforte, la musica da camera e il jazz in generale.
La musica per violoncello e pianoforte di Felix Mendelssohn è stata un’esperienza fantastica. Ma è con Jo Stafford’s Jo + Jazz che ho provato un’emozione ancora più intensa. Quei brani classici del jazz eseguiti da vecchie leggende erano davvero belli. Mi sembrava di essere nella stanza, con quella vocalist proprio di fronte a me.
Il senso di veridicità e di immediatezza è molto evidente. Riproduce anche l’ambiente, rendendo tutto quasi reale. Separa bene gli strumenti, dando il giusto risalto alla voce, conferendole morbidezza e dolcezza con la massima ricchezza di toni e sfumature.
Con Café Blue di Patricia Barber ho scoperto che con questi diffusori non perdo quasi nulla in termini di timbro e guadagno molto di più in termini di separazione strumentale. Un suono più arioso che permette di localizzare facilmente i diversi strumenti e di seguire la musica.
Una qualità che non mi aspettavo.”
Catalogo Lyritech Link
Catalogo Leben Link
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